Claudio Taccucci ha scritto questo libro su Augusto Guerriero (1893-1981) noto giornalista e saggista conosciuto con lo pseudonimo di Ricciardetto, uno dei più acuti osservatori e divulgatori della politica internazionale sulla stampa italiana della sua epoca.
Il libro è del 2011, ma ho avuto modo di leggerlo solo ora.
Molto più di una biografia, una esegesi e una disamina critica della figura e dell’opera del giornalista con approfondimenti sulla storia politica e sociale nazionale e internazionale, in particolare sulle sue analitiche previsioni di alcuni eventi che hanno contraddistinto il secolo scorso.
Il libro è interessante e godibile, ricco di spunti e riflessioni e di una mole considerevole di citazioni, dati, notizie. Dimostra competenza e capacità. Scritto veramente bene e con intensa partecipazione. Si trova in vendita anche in internet. Da leggere.
Claudio, il cui bisavolo Luigi (1825-1888) lasciò poco più che ventenne la natìa Collemancio (frazione di Cannara – Pg) dapprima per Spello, e quindi, trasferendosi da noi a Palazzo insieme alla moglie Angela Barboni ai tempi dell’Unità d’Italia, portò i Taccucci a Esanatoglia, è per noi una presenza assai costante quanto discreta; lo si incontra di solito in movimento, in cammino, con il passo di chi pare stia cercando ma che sa già cosa trovare.
Mi piace sapere che per le vie del nostro paese e ancor più nei sentieri, tracciati e non, del suo territorio, si aggiri una persona così, che attira la mia attenzione e credo meriti quella di tutti. Mi piace saperlo esanatogliese, a dispetto della anagrafica romana, e di esserlo da almeno quattro generazioni. Un uomo colto e di garbo, uno che legge molto, come dimostra quello che ha scritto, una rarità che si apprezza in un mondo in cui si scrive molto più di quanto si legga.
Spero che queste righe non infastidiscano la sua sobria riservatezza; vuol essere anzitutto la segnalazione di un libro meritevole, dall’altro una sottolineatura di come si possa godere di questo paese senza essere eclatanti, ed anche di come si possa onorarlo con la semplice presenza, discreta, sottovoce, ma che le singolari capacità amplificano e rendono significativa.
La ringrazio infinitamente per le meravigliose parole, che da figlia condivido e posso testimoniare essere piú che meritate.