Ecco, uno dei sogni che rincorro e degli intenti che questo sito si prefigge è quello di favorire un fenomeno che potremmo definire del RITORNO. Da intendersi non soltanto come ritorno a quel passato di cui ogni pagina è intrisa (a volte sembra solo con languida nostalgia, ma l’impegno è quello della conoscenza e del rispetto che aiuterebbero a vivere meglio il presente…), ma anche come fatto fisico, di persona, di qualcuno che, legato in qualche modo alla nostra storia, RITORNA A NOI portando con sé un carico d’appartenenza a questa nostra terra, un tributo d’amore e di conoscenza.
E’ proprio così, ad esempio, che E’ RITORNATO Luigi Lacchè, nemmeno da posti poi così lontani, da Macerata appena, e ci ha portato un dono prezioso: la storia, ovvero “le storie” della sua famiglia.
Il Professor Luigi Lacchè, molti lo sapranno, è Docente universitario a Macerata e alla Luiss di Roma, è stato Magnifico Rettore di Unimac dal 2010 al 2016. È autore di centinaia di pubblicazioni che vanno da testi specialistici a saggi storici di divulgazione.
Non saranno certo queste parole ad aggiungere alcunché al suo conclamato spessore culturale, né il libro sulla sua storia familiare sarà un caposaldo della sua vasta bibliografia. Eppure penso che in questa sua ultima fatica letteraria egli abbia trasposto forse in maniera un po’ speciale capacità e passione, partecipazione emotiva e solido impianto culturale; la ricerca storica di cui è maestro applicata alle vicende umane dei suoi antenati.
Ne sortisce un’opera che è allo stesso tempo un saggio e un romanzo.
Una impostazione esemplare per ricostruire la storia di una famiglia che, come lui la definisce, è da ritenersi “comune” (anche se, almeno relativamente alla appartenenza dell’autore stesso, la definizione perde quella valenza di modestia, in quanto penso vi sia poco di “comune” – e magari lo fosse… – nel trovare nelle varie generazioni di ogni famiglia uno capace di fare ciò che gli è riuscito, sia in vita che nell’opera di cui ci occupiamo).
Il libro è stato stampato in proprio dall’autore, in tiratura limitata per parenti e amici (rientro tra la ristretta cerchia dei fortunati a motivo di una recente conoscenza per una modesta collaborazione alle sue ricerche premiata con il privilegio di averlo letto in bozze), ma spero, a nostro giovamento, abbia maggiore diffusione (perché, come già fatto in passato, non pensare al coinvolgimento di Associazioni benefiche locali come forma di promozione / contributo alla loro attività?). Comunque sia, come l’autore già sa, questo blog aprirebbe all’uopo una ‘vetrina speciale’, almeno per quanto riguarda la ‘fase esanatogliese’ della sua storia.
Il libro non è da raccontare, è da leggere. Dalla venuta a Santa Natoglia intorno alla seconda metà del ‘600, con provenienza da Bassano di Attiggio, la storia dei Lacchej, poi Lacchè, diventa parte integrante di quella del nostro paese, e nella cornice del nostro territorio l’autore la inquadra e la segue fino alla emigrazione a Macerata di suo nonno Luigi (1886-1961), alias “Penso-io”, fratello, tra gli altri, di Angelo (1876-1951) ramo “Cefò”, avvenuta nel 1910.
In oltre tre secoli il ceppo originario dei Lacchè si è diviso in vari rami e, come avvenuto per alcuni altri cognomi che hanno analoga storica permanenza, hanno incrociato la storia di tante altre famiglie. Sono pochi gli esanatogliesi di oggi, appartenenti a famiglie che vantano una presenza locale di almeno due o tre generazioni, che non hanno nel loro albero genealogico un incrocio con un o una Lacchè.
Per questo, oltre che da leggere, il libro è da consultazione, non solo per chi voglia avvicinarsi, in generale, a una ricerca delle proprie radici, ma anche per quanti, in ambito locale, intendano cercare qualche traccia del proprio passato familiare.
Esanatoglia può e deve essere orgogliosa di questo ritorno.
Grazie a Luigi Lacchè e alla sua ‘storica‘ famiglia.
Spero di poterne riparlare.
Gradirei molto leggere questo libro ,dato che conosco un membro della famiglia abbastanza bene quindi chiedo di ricevere informazioni se verrà messo in commercio. Grazie infinite ,in ogni caso