Il consiglio comunale ha deciso: il nuovo “polo scolastico” non si farà nelle adiacenze della ex Conceria, coinvolgendo anche parte degli edifici di ‘archeologia industriale’ da recuperare (quello che era denominato “il vallato delle cartiere“), come era nella prima ipotesi prospettata dalla amministrazione stessa, ma altrove (e che altrove…! Ma staremo a vedere e ne parleremo..).
Lo ha fatto senza quel confronto pubblico che, data l’importanza dell’argomento, avevamo auspicato. Anzi, è capitato, causa Covid, che avvenisse nel modo più impersonale, asettico e algido che si potesse immaginare, in un collegamento ciascuno ‘da remoto’ che, tra fruscii, riverberi, distorsioni e collegamenti ballerini, hanno reso surreale e ancor più triste il momento topico della decisione. (A tale proposito potremmo anche suggerire, oltre al miglioramento dei collegamenti, di pubblicizzare anche un po’ più diffusamente le sedute del Consiglio Comunale, concedendogli magari lo stesso “battage” pubblicitario che viene usualmente riservato non so, alla commedia dialettale, al concerto, al cinema in piazza (manifesti, telefonate ‘ad personam’, ecc.). Forse dai 14 di ieri sera si potrebbe arrivare ai 20 “utenti collegati”… poco non è).
Le “criticità” emerse in sede di prima analisi (elementi già noti in partenza) hanno portato a valutazioni, in termini di tempi e costi di realizzazione, che hanno indotto gli amministratori a desistere dalla loro iniziale proposta. Le ventilate (e ipotetiche) “urgenze della ricostruzione”, congiuntamente a quelle (realistiche) per la prossima scadenza elettorale, non possono contemplare incertezze e prospettive di lungo respiro. L’imperativo (improvviso, dopo tre anni di temporeggiamenti ed esitazioni) è fare, fare comunque e prima possibile.
Tempi più lunghi e costi maggiori: mi sembra evidente, in un caso si sta parlando di una ristrutturazione urbanistica di un pezzo di paese, di una delle sue zone distintive, del sunto della sua storia, della sua bellezza, della sue caratteristiche peculiari… Nell’altro caso invece (pare si tratti dell’ex autorimessa comunale verso il Cimitero), di costruire un ‘contenitore’ che, per come vanno le cose dell’architettura odierna e per come è il contesto, rischia di farci ritrovare nell’ennesimo parallelepipedo tra parallelepipedi.
Insomma l’idea originaria di “riportare la vita” (anche scolastica, quella più rivitalizzante, quella che poi avrebbe maggiormente beneficiato dal vivere in un contesto identitario, ricolmo di storia e pulsante di altre attività sociali, culturali) nel rinnovato ‘cuore’ del paese, non ha fatto breccia. Di nuovo la periferia, i margini, la consueta fuga. Non è stata capita e apprezzata, anche da una parte dell’opinione pubblica (quella piccola parte che ne è stata portata a conoscenza senza le necessarie spiegazioni sulle modalità e il senso dell’operazione…; la stragrande maggioranza ignora il problema che, volutamente o no, non è stato fatto circolare). Già la ricostruzione fatta dal sindaco nell’illustrare la storicità di quella zona, limitandosi a parlare di Erso Zampini e di Ottolina e ignorando la storia plurisecolare precedente (fatta di cartiere, mulini, vasarie, ecc) la dice lunga su come non possano scoccare o far scoccare scintille… Certo, non è obbligatorio conoscere per esteso il passato del proprio Comune, né quella era l’occasione per una lezione di storia, però i fondamentali almeno. O è funzionale anche usare cautela sugli splendori del passato? Ma forse queste scintille sotto sotto, almeno anche solo intuitivamente, un pochino erano anche scoccate nel primo cittadino (almeno credo, per quanto io possa presumere di conoscerlo), ma sono state sopraffatte da una sorta di ‘realpolitik’ che lo ha implacabilmente messo a confronto con un consesso dove alcuni erano ‘disarmati’ (la minoranza, che in parte ci ha provato, in parte non pervenuta), altri ‘caricati a salve’ (Austeri Ottaviani, al quale si da atto che ha comunque precisato il suo gradimento per l’idea, ma si è poi piegato sia alla spietatezza delle valutazioni che, aggiungo io, alla logica di schieramento) e altri ancora o indifferenti o nettamente contrari in applicazione alla loro più o meno supposta esperienza amministrativa e urbanistica o alle loro folgoranti ma evidentemente ancora acerbe passioni.
Per cui ha prevalso quella sorta di cautela, che, mutatis mutandi, se fosse stata applicata negli anni ’20 all’ intervento che fece Erso Zampini (visto che è stato più volte citato, lo scomodo di nuovo), avrebbe prevalso l’opinione della sua anziana zia proprietaria di casa che, raccontano, lo prendeva per matto opponendosi in ogni modo a quelle sue idee “sacrileghe”, e oggi non staremmo a riempirci la bocca con la straordinarietà di “Casa Pannaggi”.
Penso che abbia prevalso veramente il “buon senso”: quello che riporta Esanatoglia alla sua “giusta” dimensione. Un paese che “sfiora” il cielo con un dito.. . e poi si rimette a sedere rimirandosi il dito (“Palazzo della Musica”, “Parco della Pace tutteleterredelmondo”, “Città della Ceramica”, ecc. qualcuno ne sa qualcosa?). Evidentemente anche questa non era per noi e/o per chi ci rappresenta e ci governa (che sono nostra emanazione).
A parziale bilanciamento, è stato affermato, con qualche enfasi sospetta, che il recupero della zona ex Ottolina e dintorni si farà comunque, in virtù anche della annunciata donazione al Comune (colpo ‘a sorpresa’ dell’ultima ora, annunciato in coda al Consiglio Comunale) da parte dei proprietari (stimolata diciamo così, e voglio sottolinearlo, anche dalla idea iniziale del recupero per fare la scuola in quella zona, quindi almeno un merito l’idea iniziale l’ha avuto…). Benvenuta, comunque, tra le proprietà pubbliche!
Temo però che senza la scuola venga a mancare l’idea trainante (economica e motivazionale) per portare a compimento un progetto di recupero di tale portata. L’augurio è che la storia smentisca questa previsione venata di pessimismo.
Ma, viene da chiedersi, se è così straordinario e importante, come si è detto, il recupero di tutto quel distretto di ‘archeologia industriale’ per farne (cito a memoria) “attività di ristorazione, artigianali, ricettive, museali, sociali…”, diventa invece improponibile per carenze infrastrutturali solo per ospitare un traffico di 40 o 50 auto di genitori 2 volte al giorno? (fermo restando che si sarebbe fatta una nuova strada e senza contare che magari tra una decina di anni ci saranno navette elettriche senza conducente che faranno la spola su e giù per il paese…).
Penso proprio che si stia ragionando come la anziana compianta zia del compianto Erso Zampini, che apprezzava sì quel suo esuberante nipote, ma in cuor suo, continuando a sgranar la corona, se avesse insistito più di tanto con quelle “porcherie”, l’avrebbe anche diseredato. Fortuna che in quel caso, fu battaglia che lei perse.
La tua descrizione eccezionale,direi accattivante di un contenuto deludente e dire poco senza parole…Esanatoglia destinata a morire …
A suo tempo fui informato dell’idea e mi fu chiesto un parere. Lo ritenni interessante precisando che era necessario avere un quadro complessivo e che naturalmente si sarebbe proceduto per gradi nella realizzazione. Suggeri di prendere contatto con Renzo Piano (senatore a vita che si era impegnato a predisporre con i suoi collaboratori alcuni progetti sperimentali tra cui alcuni in piccoli comuni montani e terremotati) ritenendo che il nostro caso avesse molte caratteristiche pertinenti e interessanti. Cercai di mettere in contatto l’amministrazione comunale con il senatore maceratese Mario Morgoni onde fare da tramite.E’ passato molto tempo e non se ne è saputo niente. Dal punto di vista metodologico e sostanziale è discutibile il ritardo con cui l’amministrazione comunale assume la decisione ed inopportuno che si decida a pochi mesi dal rinnovo degli organi elettivi. Personalmente ritengo che in mancanza di un disegno organico di fattibilità riguardante l’intera area non sia il caso di collocarvi soltanto le scuole.Tuttavia, ritengo inopportuna la costruzione della scuola nell’area dell’ex autorimessa. A me pare che debba essere colta l’occasione per un ampio dibattito pubblico che affronti il problema guardando almeno ai prossimi decenni. Alcune scelte possono migliorare l’assetto urbanistico del paese.Qualche idea? 1) Costruire scuola e palestra negli attuali giardini pubblici in modo da avere un unico polo scolastico accorpato. 2) Abbattere l’attuale scuola media e la palestra e trasformare l’area in nuovi giardini pubblici. Più centrali e più fruibili dalla cittadinanza. 3) Ristrutturare l’attuale scuola elementare per adibirla ad altre funzioni. 4) Acquistare l’edificio pericolante adiacente al cortile della scuola elementare, demolirlo, accorpare tutta l’area ricavando uno spazio aperto da poter utilizzare in modo polivalente (mercato, parcheggi, area per feste e manifestazioni,ecc..). Insomma,si discuta, si avanzino proposte, si coinvolgano tecnici del settore ed alla fine si assumano le decisioni finali.
Personalmente ritengo che, nonostante i ritardi evidenziati nel commento, l’ipotesi “ex Ottolina e dintorni” e le “criticità” riscontrate nell’analisi preliminare, resti ancora la più interessante, quella in grado di rendere al paese quel ‘quid’ in più e di rendere la realizzazione della scuola la forza di propulsione del recupero di tutto il comprensorio. Un concentrato di storia, architettura, ambiente, immerso in un contesto urbano ma di spiccata connotazione naturalistica, è qualcosa di unico che stimolerebbe certamente l’interesse di tanti progettisti, anche di protagonisti dell’architettura, perfino internazionale. Capisco gli attuali problemi di sicurezza, le promesse disattese, tutto quello che si vuole, e riconosco che è anche necessario trovare rimedio a tutto ciò. Ma qui si sta parlando di qualcosa che potrebbe / dovrebbe essere davvero epocale per il nostro paese. Vorrei che chi amministra oggi, e magari tra un anno o cinque, si stanca e si defila, o non gli viene riconfermata la fiducia, capisca che si sta ragionando su cose che vanno oltre un paio di mandati elettorali.
La mia considerazione resta quella: la presenza della scuola darebbe forza e consistenza a quel recupero. Senza la scuola, è più facile immaginarsi un “parco archeologico” con passeggiata sulle rovine.
Dopo di che, se parliamo SOLO di scuola, e di scuola fuori da quel contesto, altrove, tutto è possibile prendere in considerazione.
Sulla proposta alternativa prospettata, vale la pena però fare alcune precisazioni.
L’idea di utilizzare le aree intorno alla Scuola dell’Infanzia nelle adiacenze dei giardini pubblici era già stata partorita nell’àmbito dell’Ufficio Sisma del Comune che, proprio in virtù di tale ipotesi, propose e si impegnò direttamente a fare in modo che la Scuola Media temporanea (quella ora in funzione) venisse realizzata proprio in una zona che poi sarebbe diventata appunto un ‘polo scolastico’ (anche con la costruzione di un nuovo complesso, la struttura ‘temporanea’ sarebbe potuta rimanere comunque assolvendo a funzioni di servizio collaterali al mondo della scuola). Non fu facile convincere l’Ufficio Ricostruzione (e un po’ anche qualche amministratore) a optare per quella ubicazione, perché si trattava di occupare (pagandolo) un lotto privato, diversamente da altre ubicazioni che erano di proprietà comunale (la più gettonata era nel campo alla fine di Via Guido Rossa, sotto alla Chiesa del Crocefisso) e dove quindi tutto sarebbe stato più facile e più economico. In previsione futura, per la scuola da costruire (elementare e media, unite o con edifici separati era da vedere…) erano state anche avviate informali trattative con i proprietari delle case coloniche e del terreno tra i giardini e il cimitero, con i quali si iniziò a valutare la possibilità di una sorta di permuta con lotti edificabili di proprietà comunale. L’acquisizione di quei fabbricati e di quella terra avrebbe consentito di avere lo spazio necessario a realizzare le nuove scuole medie ed elementari, senza spingere il “costruito” oltre gli attuali limiti, lasciando al contempo un ampio parco d’ingresso corrispondente quasi per intero agli attuali giardini.
In corso d’opera, anche in base allo sviluppo della normativa sulla ricostruzione che iniziava a delineare più precisamente le possibilità offerte dalle “perimetrazioni” di aggregati urbanisticamente rilevanti, nacque l’idea del recupero di tutto il complesso di archeologia industriale della Ex Ottolina. Alcuni storsero il naso, da subito, e questo impedì loro di esercitare il ‘fiuto’ che gli avrebbe concesso di non respingere a priori l’idea, rifletterci per poi, sicuramente, apprezzarla. Per chi invece di ‘fiuto’ disponeva, fu subito un’idea da sposare.
Tra questi, ho avuto idea per più tempo, penso ci fosse anche il Sindaco.
Quindi, al netto delle difficoltà di “far passare” questa idea ai riottosi, era questo il progetto su cui iniziare a lavorare. E così è stato. Tanto che si è abbandonata l’idea di acquisire la terra oltre i giardini per la quale, anzi, il Comune, ormai disinteressato, ha esercitato la facoltà di approvare un piano di ristrutturazione urbanistica che prevede l’insediamento di tre unità immobiliari abitative.
Quindi, discorso ormai chiuso. Ciò significherebbe che, nel rispetto delle distanze e degli altri parametri urbanistici, fare una scuola al posto dei giardini significherebbe cancellarli del tutto.
Tutto si può fare…. Ma certo che…
L’idea di riconvertire l’area della Scuola elementare (nel caso venisse demolita) come spazio pubblico (magari lasciando un ‘recuperato’ fabbricato ex-Bartolini che offre proprio sul lato interno il meglio di sé, con un pregevole e meritevole loggiato che non guasterebbe rimanesse prospiciente uno spazio pubblico; giusta l’osservazione di Lucia Tanas) è interessante, comunque vadano le cose. Stesso discorso per la possibilità di utilizzare l’area della attuale scuola media e palestra (servono parcheggi, anche interrati, per liberare le piazze e poterle vivere, per i bar, le manifestazioni ecc.).
Sì, ma l’area dell’ex Conceria Ottolina? Il polo scolastico negli attuali giardini pubblici andrebbe pure bene, ma cercando di risparmiare il verde ed i giardini stessi il più possibile. Su tutto il resto, anche, mi trovo d’accordo, ma non sulla demolizione dell’edificio pericolante accanto alla scuola….non c’è niente da salvare? Se non erro, anche questo ha una sua storia, certo mortificata da anni di abbandono e trascuratezza, però….
L’edificio “ex Bartolini” è senza dubbio l’ultima testimonianza preziosa di quella zona del paese. Potrebbe essere legata all’industria ‘delle pannine’ e rappresentare una parte dei ‘tiratori’, cioè le logge coperte dove veniva messa ad asciugare la lana, che nel 5-600 erano attestati in quella zona tra Santa Caterina e San Rocco. Senz’altro merita.
Sono sempre dell’opinione che il polo scolastico troverebbe la sua più appropriata, e fruibile, collocazione nell’area dell’ex Conceria. Immaginando anche quanto potrebbe essere “produttivo” culturalmente il frequentare le lezioni in un ambiente che, una volta risanato e restaurato, sarebbe di una unicità meravigliosa! Il suggerire un sito diverso non significa da parte mia ritenere che lassù sarebbe bene non costruircelo, il polo scolastico, dunque, è semplicemente il prendere coscienza delle difficoltà prospettate, logistiche ed economiche. Tanto è vero che ritengo che sulla ex conceria ci si debba mettere mano al più presto, magari, come ho già scritto, solo per mettere in sicurezza, ed in luce, quanto merita. Ripeto anche soltanto per una passeggiata che ci faccia rendere consapevoli della meraviglia del luogo. Magari fosse possibile agire lì facendo diventare gli edifici come quelli mostrati nei post di archeologia industriale risanata e resa fruibile in maniera tanto suggestiva! Ci metterei subito la firma! Ma se chi di dovere ritiene che in tempi brevi, e con le risorse finanziarie a disposizione, il polo scolastico è impossibile che si costruisca lassù si dovrebbe lasciare tutto come sta? E, poi, sicuro che se andiamo a chiedere l’opinione dei cittadini tutti saranno d’accordo sul polo scolastico realizzato nell’area dell’ex conceria? Lo chiedo perchè ho avuto, tempo fa, modo di sentirne alcuni sull’argomento, con i quali ho anche discusso tentando di far capire i lati positivi della “cosa”, ma nessuno, giuro nessuno, era d’accordo!
Nessuno d’accordo?… Potrebbe dipendere anche da come le cose sono presentate e illustrate. E anche con chi ci si rapporta. A me è capitato il contrario (e questo forse un po’ mi ha illuso…): a partire da chi oggi è Sindaco, a chi lo è stato, a tanti che hanno una attenzione fattiva verso questo paese, colleghi, tecnici, ufficio ricostruzione, ma anche persone ‘comuni’ che però hanno il senso della lungimiranza… ho trovato sempre più che accordo, entusiasmo! Strano non ti sia capitato nessuno di questi.
È chiaro che a chi magari non è avvezzo a prospettive inconsuete, le cose debbano essere illustrate in maniera un po’ diversa dalla brusca domanda “che ne pensi della Scuola alla ex-Conceria?”. Credere in un progetto del genere impone anche di ponderare meglio le considerazioni e le rilevate criticità. Non è una questione da lasciare in mano a pochi attori.
Lo scritto “anonimo” era il mio e l’anonimato è stato una mia disattenzione. Emergono molte idee interessanti e informazioni di cui in questa fase solo pochi dispongono. Ora la cosa da fare da parte del Comune è, se non revocare, almeno sospendere l’iter della procedura avviata. Ha ragione Pino. Bisogna avere la visione ai prossimi decenni e che tipo di assetto urbanistico si intende lasciare ai nostri figli e nipoti. Per questo occorre una discussione ampia e senza pregiudizi che richiede il tempo necessario. Fra qualche mese si eleggeranno i nuovi organi comunali. Spetterà poi ai nuovi amministratori che avranno davanti cinque anni di mandato trarre le conclusioni e adottare le decisioni finali.
Concordo e speriamo che ciò avvenga, anche in considerazione degli impegni straordinari per il Covid su cui è al momento concentrata l’amministrazione e la popolazione tutta.
Il recupero storico della ex conceria ottolina porterebbe tanto lavoro a tutta la comunità. Occorre sostenerlo, crederci e parlarne e per queste cose (recuperi architettonici ex strutture industriali) i finanziamenti ci sono.
https://www.erih.net
https://archeologiaindustriale.net/6105_archeologiaindustriale-net-da-il-benvenuto-a-erih-italia-sulla-sua-piattaforma-online/
https://www.aipaipatrimonioindustriale.com
https://archeologiaindustriale.net
https://www.comune.modena.it/lecittasostenibili/atlante-delle-architetture-del-900-di-modena/architetture-civili-e-spazi-pubblici/101schede/villaggio-artigiano
http://www.villaggioartigianomodena.it/assets/Uploads/I-Villaggi-Artigiani2.pdf
https://territorio.regione.emilia-romagna.it/paesaggio/formazione-lab-app-1/REBUS2_5.2_Progetto_VillaggioArtigiano_VillaggioVivo_MODENA2.pdf
https://amigdalaperiferico.wordpress.com/il-villaggio-artigiano/